Stop alle certificazioni volontarie prodotti

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Le autorità di vigilanza del mercato hanno portato all’attenzione della Commissione Europea la pratica di “certificazione volontaria” emersa durante il periodo di Emergenza covid. Moltissime aziende hanno avuto certificazioni volontarie sui loro prodotti riportando il simbolo di marcatura CE.

Parliamo di prodotti che sono oggetto della normativa di armonizzazione tecnica dell’UE in particolare per DPI, dispositivi medici, ATEX, RED e PED fino a prodotti molto pericolosi come macchine utilizzate in ambienti esplosivi o prodotti pirotecnici e hanno normative e regole molto specifiche.

La marcatura CE può essere apposta solo su prodotti che hanno eseguito un test di verifica e le procedure di valutazione della conformità prescritte secondo la normativa.  

Il certificato è un documento rilasciato da un organismo che assume responsabilità in aree di interesse pubblico. Pertanto una normativa dell’Unione sui prodotti non prevede il coinvolgimento di terzi nella valutazione della conformità. 

Quindi per aziende che hanno prodotti si deve chiarire che:

· tali attività non rientrano negli ambiti coperti dalla propria notifica ai sensi della legislazione di prodotto armonizzata

· non utilizzare il proprio numero di notifica per valutazioni, prove e certificati

· non sovrapporre e distinguere chiaramente le attività notificate e quelle non notificate che devono espressamente indicate.

La prassi della “certificazione volontaria” non è autorizzata ed è sanzionabile, quando viene svolta nei settori in cui operano gli Organismi Notificati e quando fa riferimento alle norme tecniche armonizzate.

Cosa succede se un’azienda non adotta le nuove disposizioni sulla prassi di certificazione volontaria?

La Commissione Europea può svolgere delle azioni di revoca e sanzioni.

Fonte: AccrediaMISE