Rifiuti urbani non conferiti al servizio pubblico

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Il Ministero dell’Ambiente ha avviato un processo di consultazione per ridefinire i criteri per individuare quali rifiuti prodotti dalle imprese potranno essere conferiti al servizio pubblico di raccolta. Per raggiungere questo obiettivo è stata predisposto una bozza di decreto ministeriale.

La questione è di primaria importanza per le attività economiche è costituito dalla capacità di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, di “produrre rifiuti urbani” e, come meglio precisa il comma 645 della Legge 147 del 2013.

Oggi i criteri “qualitativi e quali-quantitativi” per individuare i “rifiuti speciali assimilabili agli urbani” (i rifiuti prodotti da un’impresa o da un ente che possono essere recuperati o smaltiti in impianti originariamente progettati per trattare rifiuti urbani perché di composizione analoga a quelli di origine domestica), parliamo dunque di Rifiuti urbani non conferiti al servizio pubblico (le disposizioni si applicano a partire dal 1° gennaio 2021)

Le utenze non domestiche (tra cui le attività) possono conferire al di fuori del servizio pubblico i propri rifiuti urbani previa dimostrazione di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi. Tali rifiuti sono computati ai fini del raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti urbani.

Le utenze non domestiche che producono rifiuti urbani di cui all’articolo 183 comma 1, lettera b-ter) punto 2 del d.Lgs. 152/06, che li conferiscono al di fuori del servizio pubblico e dimostrano di averli avviati al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi sono escluse dalla corresponsione della componente tariffaria rapportata alla quantità dei rifiuti conferiti; le medesime utenze effettuano la scelta di servirsi del gestore del servizio pubblico o del ricorso al mercato per un periodo non inferiore a cinque anni, salva la possibilità per il gestore del servizio pubblico, dietro richiesta dell’utenza non domestica, di riprendere l’erogazione del servizio anche prima della scadenza quinquennale.

Rifiuti urbani indifferenziati e da raccolta differenziata da altra fonte

Elenco dei rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da altre fonti che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici

Frazione Descrizione EER
RIFIUTI ORGANICI Rifiuti biodegradabili di cucine e mense 200108
Rifiuti biodegradabili 200201
Rifiuti dei mercati 200302
CARTA E CARTONE Imballaggi in carta e cartone 150101
Carta e cartone 200101
PLASTICA Imballaggi in plastica 150102
Plastica 200139
LEGNO Imballaggi in legno 150103
Legno, diverso da quello di cui alla voce 200137* 200138
METALLO Imballaggi metallici 150104
Metallo 200140
IMBALLAGGI COMPOSITI Imballaggi materiali compositi 150105
MULTIMATERIALE Imballaggi in materiali misti 150106
VETRO Imballaggi in vetro 150107
Vetro 200102
TESSILE Imballaggi in materia tessile 150109
Abbigliamento 200110
Prodotti tessili 200111
TONER Toner per stampa esauriti diversi da quelli di cui alla voce 080317* 080318
INGOMBRANTI Rifiuti ingombranti 200307
VERNICI, INCHIOSTRI, ADESIVI E RESINE Vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da quelli di cui alla voce 200127 200128
DETERGENTI Detergenti diversi da quelli di cui alla voce 200129* 200130
ALTRI RIFIUTI Altri rifiuti non biodegradabili 200203
RIFIUTI URBANI INDIFFERENZIATI Rifiuti urbani indifferenziati 200301

Rimangono esclusi i rifiuti derivanti da attività agricole e connesse di cui all’articolo 2135 del codice civile.

(li abbiamo descritti in lista sull’ebook scaricabile gratuitamente)


Elenco attività che producono rifiuti indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da altre fonti che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici:
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