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A partire dal 26 settembre entreranno in vigore le nuove regole sull’End of Waste per il recupero dei rifiuti inerti di origine minerale e derivanti da demolizioni edilizie. Gli operatori del settore avranno un periodo di transizione di sei mesi, fino al 25 marzo 2025, per adeguarsi completamente alle nuove disposizioni.

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  • Cosa si intende esattamente per End of Waste?

    In italiano, la “cessazione della qualifica di rifiuto” è quel processo mediante il quale un rifiuto, attraverso specifiche procedure di recupero, smette di essere considerato tale e acquisisce lo status di prodotto. Questo avviene ai sensi dell’art. 184-ter del Decreto Legislativo 152/2006, noto anche come Codice ambientale. È un passaggio cruciale nella gestione dei rifiuti, in quanto consente di trasformare materiali di scarto in risorse utili, riducendo così il ricorso alle discariche e promuovendo l’economia circolare.

Il nuovo Decreto Ministeriale 28 giugno 2024, n. 127, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 213 dell’11 settembre, introduce importanti novità. Composto da 9 articoli e 3 allegati, il decreto stabilisce una serie di criteri e requisiti che devono essere rispettati per garantire la cessazione della qualifica di rifiuto.

Tra gli aspetti più rilevanti troviamo:

  • Criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto: stabiliscono le condizioni in base alle quali i rifiuti possono essere considerati recuperati.
    Tipologie di rifiuti ammissibili: specifica quali materiali possono essere sottoposti a recupero, in particolare quelli di origine minerale o da demolizioni.
    Processi di lavorazione: indicano le procedure tecniche che devono essere seguite per il trattamento dei rifiuti.
    Controllo della qualità dell’aggregato recuperato: definisce le modalità per verificare che il materiale riciclato rispetti gli standard di sicurezza e qualità.
    Scopi specifici di utilizzabilità: disciplina l’impiego degli aggregati recuperati in specifici ambiti, come costruzioni, strade o altre infrastrutture.

Una delle novità più significative del provvedimento riguarda la definizione dei parametri e dei valori limite per sostanze potenzialmente pericolose contenute negli aggregati recuperati, come amianto, idrocarburi aromatici e policiclici e cromo esavalente. Questi valori non sono fissi, ma variano in base alla destinazione finale del materiale. Ad esempio, le concentrazioni massime consentite per l’amianto saranno diverse se l’aggregato viene utilizzato in costruzioni civili rispetto a un’applicazione industriale.

Il decreto sostituisce il precedente DM 27 settembre 2022, n. 152, e rappresenta un ulteriore passo avanti nel miglioramento delle normative ambientali italiane. Con l’obiettivo di garantire un recupero sicuro e sostenibile dei materiali da costruzione e demolizione, il provvedimento mira a incentivare pratiche di riutilizzo efficienti e conformi agli standard europei.

È fondamentale che gli operatori del settore si attivino tempestivamente per adeguarsi alle nuove regole e rispettare i termini fissati, in modo da continuare a operare nel pieno rispetto delle normative e contribuire attivamente alla transizione verso un’economia sempre più circolare.