Gli Eventi Raccontano: Perdita dell’udito sul lavoro: è malattia o infortunio?

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27 Giugno 2023
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Gli eventi raccontano, oggi porta un caso di cassazione civile 4 maggio 2017, dove viene tratto il delicato tema del rumore e i danni che questo può provocare per essere così considerato una malattia professionale.

Perdita dell’udito sul lavoro: è malattia o infortunio?

N.B. Il danno all’udito viene considerato una malattia professionale solo se si verifica durante lo svolgimento di specifiche attività previste dalla legge o in lavorazioni accessorie o complementari svolte nello stesso ambiente.

CONTESTO 

Vogliamo analizzare una sentenza del Tribunale di Cassino datata 4 maggio 2017, riguardante la responsabilità civile di un datore di lavoro nei confronti di un dipendente che chiedeva un risarcimento per i presunti danni subiti a causa dell’esposizione al rumore durante il suo rapporto di lavoro.

Il lavoratore, che per 36 anni si è occupato della manutenzione dei convogliatori generando rumore, si è rivolto al Tribunale lamentando di essere stato esposto al rumore anche nel reparto di stampaggio

Ha affermato di non essere mai stato fornito di dispositivi di protezione acustica e di aver riscontrato una perdita dell’udito bilaterale per alte frequenze poco prima di essere messo in quiescenza. Successivamente, ha presentato una denuncia di malattia professionale all’INAIL.

La società ha contestato il ricorso, sostenendo che era scaduto il termine per richiedere il risarcimento dei danni e contestando la versione dei fatti del dipendente. Ha affermato che il livello di esposizione al rumore misurato dopo il 1996 non aveva mai superato gli 81-82 dB e che il lavoratore era stato correttamente informato sui rischi legati al rumore.

VALUTAZIONE DELLA CASSAZIONE

Secondo la sentenza emessa dal Tribunale del Lavoro, è stata esclusa ogni responsabilità del datore di lavoro, anche in termini di colpa, e il ricorso è stato respinto.

Nella decisione, il Tribunale ha osservato che:

1- il lavoratore in questione, impiegato come operaio aggiustatore per la manutenzione degli stampi nel reparto stampaggio, è stato esposto a livelli di rumore sempre al di sotto degli 85 dB(A). Emerso dai risultati dei rilievi ambientali

2- L’articolo 43 del Decreto Legislativo n. 277/1991 stabilisce l’obbligo per il datore di lavoro di fornire dispositivi di protezione dell’udito solo ai lavoratori il cui livello di esposizione quotidiana personale possa ragionevolmente superare gli 85 dB(A). Inoltre, i lavoratori sono tenuti a utilizzare i mezzi di protezione dell’udito forniti loro dal datore di lavoro (e quindi il datore di lavoro deve controllare l’effettivo utilizzo) solo se l’esposizione quotidiana personale supera i 90 dB(A). L’articolo 44 prevede anche l’obbligo di controlli sanitari per i lavoratori esposti a livelli di rumore superiori agli 85 dB(A).

Il Tribunale conclude affermando che non è possibile attribuire al datore di lavoro alcuna responsabilità colposa per la malattia professionale (ipoacusia percettiva bilaterale) eventualmente contratta dal lavoratore.

DPI come deve avvenire la consegna?

La consegna dei dispositivi di protezione individuale è un adempimento obbligatorio che va documentato.

Quando il datore di lavoro, o chi per lui, fornisce i DPI al lavoratore, deve munirsi di un apposito modulo di consegna.

Leggi e scarica i moduli nel nostro articolo

COSA CONSIGLIAMO DI ADOTTARE IN AZIENDA 

  1. Valutazione dei rischi RUMORE: Effettuare una valutazione accurata dei rischi legati all’esposizione al rumore nell’ambiente di lavoro. Misurare i livelli di rumore e identificare le aree o le attività a rischio elevato. Richiedi informazioni
  2. Prevenzione: Adottare misure tecniche per ridurre l’emissione di rumore, come l’isolamento acustico, l’utilizzo di schermi o barriere protettive, la manutenzione regolare delle attrezzature rumorose e l’implementazione di tecnologie più silenziose. Richiedi informazioni
  3. Dispositivi di protezione individuale (DPI): Fornire ai lavoratori dispositivi di protezione dell’udito adeguati, come tappi auricolari o cuffie antirumore. Assicurarsi che i dipendenti siano adeguatamente addestrati sull’uso corretto dei DPI e sull’importanza di indossarli durante le attività ad alto rischio. Come consegnare i DPI nei suoi appositi moduli?

Affinché il danno all’udito possa essere considerato una malattia professionale, deve comportare una significativa diminuzione della capacità uditiva, valutata caso per caso.

Il danno all’udito deve essere confermato e certificato dal Servizio di Igiene e Sicurezza del Lavoro dell’ASL o attraverso una visita specialistica su indicazione del medico curante. Il lavoratore deve consegnare il certificato che attesta l’ipoacusia al datore di lavoro entro 15 giorni dalla visita.

Ricorda che la sicurezza sul lavoro è una responsabilità condivisa tra datore di lavoro e dipendenti.

La creazione di un ambiente di lavoro sicuro e salutare richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti.