La tutela della donna nel lavoro

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L’8 Marzo è la Giornata Internazionale della Donna, comunemente conosciuta come Festa della Donna; in Italia la prima celebrazione risale al 1922.

Diverse sono le versioni che raccontano l’origine della giornata, ma tutte hanno, però, lo stesso comune divisore: la Donna.

Sembra, infatti, che la Festa della Donna abbia avuto origine da uno sciopero avvenuto nel 1908 da un gruppo di circa 15.000 donne operaie che avevano marciato unite per le strade di New York a protesta delle condizioni di lavoro, per rivendicare migliori retribuzioni e uguali diritti civili.

Ogni anno il tema della Giornata internazionale della donna  è sempre più incentrato su approcci innovativi intesi a promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne. Il raggiungimento di questi obiettivi ambiziosi passa inevitabilmente anche attraverso la sensibilizzazione ai rischi per la sicurezza e la salute delle donne sul lavoro  e l’impegno ulteriore diretto a colmare il divario occupazionale di genere

Ci sono diverse differenze che influiscono sui rischi cui sono esposti gli uomini e le donne nell’ambito lavorativo. Si pensi, a questo proposito, che un esempio di rischio ben codificato è il rischio di infertilità “che può essere causato dall’esposizione a determinati agenti chimici o biologici.

Ma cosa incide sulla determinazione dei rischi legati al genere?

Le donne, in questo caso:

  • lavorano in settori specifici e svolgono tipi specifici di lavoro;
  • coniugano una duplice responsabilità, sul luogo di lavoro e a casa;
  • sono sottorappresentate a livello di supervisione e di gestione;
  • sono fisicamente diverse rispetto agli uomini, anche se spesso vi sono differenze maggiori tra donne e donne che non tra uomini e donne, per esempio in termini di forza fisica;
  • svolgono mansioni che sono spesso erroneamente considerate sicure e semplici.

Queste ed altre specifiche differenze non possono essere ignorate ma anzi devono essere integrate all’interno delle decisioni e delle linee guida in materia.

La normativa attualmente in vigore in materia di sicurezza sul lavoro (il Testo Unico D.Lgs 81/2008 e s.m.i.) che, ancor di più della precedente Legge 626/94, prevede una valutazione specifica dei rischi è importante che continui ad essere declinata anche in base al genere: di qui la necessità e l’obbligo da parte di un’organizzazione aziendale, nella persona del datore di lavoro, di valutare i rischi all’interno della propria attività facendo distinzione tra un lavoratore di sesso maschile ed una lavoratrice di sesso femminile a parità di mansione o gruppo omogeneo.

Non sempre le differenze citate vengono riconosciute nella prassi in materia di salute e sicurezza e, per di più, i rischi correlati ai carichi di lavoro e allo stress per le donne al lavoro sono spesso sottovalutati. L‘EU-OSHA, l’agenzia d’informazione dell’Unione europea nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro, intende evidenziare queste differenze e contribuire al miglioramento della SSL nei settori che riguardano maggiormente le donne.

La sua finalità principale è contribuire a garantire che le problematiche legate al genere vengano prese in considerazione in sede di adozione delle politiche e delle decisioni sul luogo di lavoro e a livello di UE. 

Sicuramente grandi passi avanti sono stati fatti e le normative a tutela della donna come lavoratrice hanno portato e stanno portando ad un miglioramento dei risultati. Ne è un esempio l’art. 28 del D.Lgs 81/2008 e s.m.i. prevede una valutazione del rischio per lavoratrici in gravidanza e, quindi, l’applicazione del Decreto Legislativo 26 Marzo 2001, n. 151 all’interno del quale vengono riportate tutte le tipologie di rischio alle quali non può essere adibita una donna in stato di gravidanza e, in alcuni casi, fino a sette mesi dopo il parto.

Cosa possono fare i datori di lavoro

I datori di lavoro possono:

  • puntare a rendere il lavoro più sicuro e più facile per tutti;
  • inserire le problematiche legate al genere nella valutazione dei rischi;
  • considerare il lavoro effettivamente svolto ed evitare di stabilire a priori quali sono le persone a rischio e perché;
  • essere flessibili per quanto riguarda gli orari lavorativi;
  • coinvolgere le donne nel processo decisionale in materia di SSL.

Vuoi avere maggiori informazioni? consulta lo sportello gratuito Consulenza 81/08

SicurImpresa, tramite la continua attività formativa legata alla sicurezza sul lavoro; e a tutte le attività di formazione finanziata e assistenza continuativa alle aziende, sostiene ed incentiva questi processi.

Oggi nell’Internatinal Women’s Day; non solo un augurio ma  un appello all’eguaglianza di genere, per abbattere pregiudizi e valorizzare il lavoro della donna.

L’uguaglianza non è un problema femminile, è un problema del mondo degli affari. L’uguaglianza di genere è essenziale per la prosperità delle economie e delle comunità”!

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

La sicurezza sul lavoro e le differenze di genere”, a cura di Giorgio Sclip (curatore della collana “Sicurezzaccessibile”, membro dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro e docente all’Università degli Studi di Trieste)