In tutta Italia la diffusione del coronavirus sta diventando sempre più evidente, soprattutto nelle ultime settimane sempre più persone sono entrate in contatto con persone risultate positive al test, quindi potenzialmente contagiose.
Report Ottobre 2020 – Dati covid Emilia Romagna – Dati covid Veneto – Dati covid Lombardia
Per chiarire ulteriormente le procedure da seguire in questi casi, il 12 ottobre il ministero della Salute ha aggiornato i protocolli da seguire per chi è entrato in contatto prolungato con una persona positiva, cioè per i suoi cosiddetti “contatti stretti” (quelli che spesso in modo colloquiale vengono semplicemente chiamati “contatti”). Per il Governo con “Contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:
La circolare chiarisce che:
Casi positivi asintomatici
Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).
Casi positivi sintomatici
Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).
Tutti viene valutato in base alle valutazioni individuali del rischio, e l’esposizione del soggetto ad alto / medio / basso rischio.
Quando inizia la quarantena?
La quarantena obbligatoria inizia di fatto nel momento in cui il nome del contatto stretto viene inserito nei registri della ASL di riferimento: spetta dunque all’autorità sanitaria confermare lo status di contatto stretto.
Cosa fare se sei stato a contatto con un positivo?
Il contatto stretto di un positivo può essere avvisato della sua condizione dal Dipartimento di Prevenzione della propria Azienda Sanitaria Locale (ASL), responsabile dell’attività del tracciamento dei contatti dei positivi accertati, oppure – è quello che succede più spesso nei momenti di picco – viene avvertito dallo stesso positivo accertato, e solo di conseguenza avverte il proprio medico di base e l’ASL. La trafila prevista dai protocolli, riassunti nel grafico qui. Nel caso in cui una persona presente in azienda ha un caso che sviluppa i sintomi deve procedere avvertire immediatamente le autorità sanitarie competenti e procedere all’isolamento del soggetto e di tutti gli altri presenti dai locali considerati “contatti stretti”.
Infografica presa dal post
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