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La gestione dei rifiuti sanitari legata alle  normative del D.Lgs 152/2006  DPR 254/2003, che contengono informazioni e  guide precise per la corretta gestione dei rifiuti in azienda.  

Per tutte le strutture e attività inerenti al sanitarie (ospedali, cliniche, studi dentistici, studi veterinari, case di cura e altri luoghi assimilabili) che hanno ogni giorno un maggiore utilizzo di materiali monouso e producono rifiuti sanitari (RS), in particolare di quelli considerati pericolosi a rischio infettivo (RSP-I) devono seguire procedure precise che vanno dalla modalità di raccolta, stoccaggio, trasporto e smaltimento volta alla tutela.

Come si dividono i rifiuti sanitari?

I Rifiuti sanitari si distinguono in due distinte macro categorie, rifiuto sanitario non pericoloso, o pericoloso ma non a rischio infettivo, e il rifiuto sanitario a rischio infettivo.

Il produttore del rifiuto sanitario come una clinica o una struttura sanitaria deve assegnare un deposito temporaneo, del quale la normativa fornisce stringenti indicazioni sia sugli imballaggi in essi contenuti che sulle modalità di raccolta, ma anche indicazioni temporali relative alla permanenza del rifiuto e alla gestione degli spazi.

Come è evidente, anche il trasporto di questi rifiuti è accuratamente normato per evitare qualsiasi contaminazione o fuoriuscita pericolosa.

Parlando di trasporto non possiamo dimenticare di citare l’ADR ovvero il regolamento per il trasporto delle merci pericolose su asfalto. (leggi di più qui)

La novità principale riguarda i rifiuti sanitari NON pericolosi

La risposta del MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), ha espresso il proprio parere grazie ad un’istanza di interpello (31 gennaio 2023 , n.12695) indicando che alcuni rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività collegate sono assimilabili a rifiuti sanitari urbani.


I rifiuti sanitari, codice CER 18.01.04 

“Rifiuti che non devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni”, ad esempio bende, teli, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, pannoloni e pannolini, possono essere assimilati ai rifiuti urbani e conseguentemente assoggettati al regime giuridico ed alle modalità di gestione dei rifiuti urbani.

Cosa cambia per le strutture sanitarie che producono questo tipo di rifiuti?

Con assimilazione di tale tipologia di rifiuti a quelli urbani si stabilisce che detti rifiuti prodotti dalle strutture sanitarie siano gestiti come tali.

Sei una struttura sanitaria? Richiedi qui le linee guida per lo smaltimento dei rifiuti

Fonte Tutto Ambiente