Con la stagione estiva e l’aumento delle temperature si presenta, come ogni anno, il rischio sul lavoro derivante dalle elevate temperature. Se capita in azienda : Come gestire un infortunio da colpo di calore?
Il caldo eccessivo sul luogo di lavoro non deve essere sottovalutato perché è un vero e proprio rischio per la salute del lavoratore, con problemi anche seri come colpi di calore, problemi cardiocircolatori, perdita di lucidità.
Lavoratori che lavorano in AMBIENTI ESTERNI
Per le aziende che si trovano ad affrontare il rischio legato alle temperature elevate, è fondamentale svolgere una valutazione specifica del pericolo. Questo è particolarmente critico in settori come l’edilizia, dove il rischio è amplificato dall’intensità dell’esposizione, dalla natura gravosa delle attività e dall’alto potenziale di infortuni. Analogamente, l’agricoltura e le imprese vitivinicole, che operano sia all’aperto che all’interno di serre, espongono gli operatori a un rischio rilevante, caratterizzato da sintomi di diversa gravità.
Livello 1: Colpo di Sole – Questo livello si manifesta attraverso sintomi quali rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre e cefalea. Questo tipo di colpo di calore è causato principalmente dall’esposizione diretta al sole.
Livello 2: Crampi da Calore – Qui si verificano spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, accompagnati da una sudorazione intensa.
Livello 3: Esaurimento da Calore – A questo stadio, gli individui sperimentano una sudorazione abbondante, astenia, cute pallida e fredda, un polso debole e una temperatura corporea normale.
Livello 4: Colpo di Calore – Quando la temperatura corporea supera i 40°C, possono presentarsi sintomi come pelle secca e calda, polso rapido, respiro frequente e possibili episodi di perdita di coscienza.
Lavoratori che lavorano in AMBIENTI INTERNI
Parliamo ora dei rischi di colpo di calore anche nei contesti lavorativi sedentari, dove l’attività si svolge principalmente a livello intellettuale e quindi non comporta sforzi fisici significativi. Tuttavia, è essenziale creare un ambiente di lavoro confortevole.
In questo ambito, il Decreto Legislativo 81/08 non specifica una temperatura ottimale per i locali di lavoro, ma stabilisce che “La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori“. Pertanto, per definire la temperatura adeguata, l’azienda deve condurre un’indagine specifica all’interno dei propri spazi.
Quali sono le responsabilità per un’azienda e il datore di lavoro in caso di infortunio?
Qui per farvi un esempio reale vi portiamo il caso di cassazione: Responsabilità del datore di lavoro su infortunio di colpo di calore: Link all’articolo
Come gestire un infortunio da colpo di calore?
La gestione di un infortunio da colpo di calore all’interno dell’ambito della sicurezza sul lavoro richiede un approccio professionale e conforme alle normative. Ecco come gestire la situazione in conformità con il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e le leggi sulla sicurezza:
La gestione di un infortunio da colpo di calore richiede, non solo un intervento tempestivo, ma anche un’analisi approfondita delle cause e delle misure preventive adottate.
Assicurati di essere in conformità con le leggi sulla sicurezza sul lavoro e di applicare un approccio sistematico per minimizzare i rischi associati al calore nei luoghi di lavoro.