Il 10 novembre 2022 il Parlamento Europeo ha avvisato dei nuovi obblighi UE di trasparenza attivando la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che dal 2024 obbligherà le aziende a pubblicare i dati sull’impatto delle proprie attività su ambiente, persone e pianeta.
(tratta dal sito del parlamento europeo link https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20221107IPR49611/economia-sostenibile-nuovi-obblighi-ue-di-trasparenza-per-le-multinazionali)
Per rispettare la Corporate Sustainability Reporting Directive, le aziende devono fornire informazioni precise e trasparenti sulla loro sostenibilità in modo coerente e comparabile.
La direttiva richiede alle aziende di fornire informazioni dettagliate sulla governance ambientale, sociale e di corporate governance, relative alla propria attività e alla propria catena di approvvigionamento. In particolare, le informazioni richieste ai sensi della direttiva riguardano le seguenti aree:
Cosa obbliga la nuova normativa E QUALI SETTORI SONO COINVOLTI?
I nuovi obblighi UE di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte:
Le nuove norme, già concordate con i governi UE, renderanno le imprese più responsabili nei confronti dei cittadini, obbligandole a pubblicare regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale e ambientale. Ciò dovrebbe ridurre il greenwashing, rafforzare l’economia sociale del mercato UE e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.
RENDICONTAZIONE SOSTENIBILE CON IL REPORTING DI SOSTENIBILITA’
Con la nuova Direttiva CSRD la rendicontazione cambia nome, da “reporting non finanziario” a “reporting di sostenibilità”, inserisce obblighi di trasparenza più stringenti sull’impatto delle aziende sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, con riferimento ai criteri comuni in linea con gli obiettivi di sostenibilità dell’UE e con i fattori ESG.
IL PROGRAMMA
Le regole inizieranno a essere applicate tra il 2024 e il 2028:
– Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025;
– Dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026;
– Dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028.
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Fonti: